Il team di Coreanico intende esprimere
tutta la propria solidarietà nei confronti del popolo coreano
colpito dalla recente tragedia del traghetto Sewŏl
(세월호).
A due giorni dall'accaduto, le notizie sono ancora lacunose e incerte
mentre, purtroppo, va aumentando con il passare del tempo il numero
dei morti accertati, salito a 28 su 284 dispersi.
Il traghetto Sewŏl
era partito da Incheon(인천)
diretto all'Isola di Jeju 제주,
rinomata località turistica del sud del Paese, la mattina del 16
aprile con a bordo 475 persone (poi ritrattate in 459-462), di cui
325 studenti, per la maggior parte studenti del liceo Danwŏn(단원 고등학교)
di Ansan(안산) lì diretti per le vacanze. Il traghetto Sewŏl
da 6.825 tonnellate di dislocamento e dalla capienza massima di 921
passeggeri, stando alle testimonianze dei superstiti, ha prima
sbandato violentemente per poi inabissarsi, attorno alle 9 del
mattino, a circa 20 km di distanza dall'Isola di Byungpoong . I
soccorsi sono stati tempestivi, giunti sul posto circa 30 minuti dopo
l'accaduto, ma la nave ha finito per affondare in sole 2 ore.
Sono in seguito intervenuti 178
sommozzatori coreani aiutati da un corpo della VII flotta
statunitense. Le operazioni di soccorso sono però ostacolate dalla
scarsa visibilità del fondo e dalle forti correnti sottomarine, e
ciò ha portato le autorità, per voce di uno dei coordinatori delle
azioni di soccorso, Cho Yang-Bok 조양복,
a supporre che coloro che siano rimasti all'interno dello scafo
difficilmente possano essere sopravvissuti.
Restano ancora sconosciute le ragioni
del disastro, sebbene siano state ormai escluse le ipotesi di una
collisione fra navi e di un urto con una roccia sommersa che,
inizialmente, erano state formulate. L'ipotesi maggiormente
accreditata è quella di una manovra improvvisa che ha finito per
sbilanciare il peso del traghetto con il conseguente spostamento del
carico, veicoli, camion, auto e pullman, parcheggiati nei vari ponti
dell'imbarcazione.
Secondo le indagini della procura
locale, al momento dell'incidente, riportato, secondo le
testimonianze dei superstiti, come un grande boato al quale ha fatto
seguito il progressivo inabissarsi del traghetto, alla guida
dell'imbarcazione non vi era il capitano, Lee Jun-Seok(이준석),
ma il terzo luogotenente,descritto dai media coreani come un giovane
inesperto con appena un anno di servizio alle spalle. Ad aggravare,
poi, la situazione del capitano il fatto che questi abbia abbandonato
la nave assieme all'equipaggio quando 300 dei 475 passeggeri erano
ancora sul traghetto e quando non era stato ancora loro comunicato
alcun messaggio di abbandonare la nave. Il comandante ha espresso le
proprie scuse, vergognandosi per il suo comportamento, dinanzi ai
famigliari delle vittime.
La Presidentessa sudcoreana Park
Geun-Hye(박근혜),
per esprimere la sua vicinanza alle vittime della tragedia, ha voluto
visitare la zona del naufragio chiedendo al governo di mobilitare
tutte le risorse e le attrezzature possibili per ritrovare i
dispersi. Si è poi recata nella palestra di Jindo, vicino al luogo
dell'accaduto, dove sono ospitati i famigliari dei dispersi e dove
non sono mancate le contestazioni nei confronti del governo, accusato
di non aver gestito al meglio la situazione.
Ad oggi la tv di stato coreana, Kbs,
conta 164 superstiti, di cui 55 feriti e 78 studenti, 293/294
dispersi, di cui 250 giovani studenti e 28, sin ora accertati, i
defunti e fa sapere che, in vista dei recenti fatti, molti eventi e
festival, nazionali e non, sono stati cancellati o posticipati. Una
tragedia non destinata a finire con questo incidente, come dimostra,
notizia di oggi, il suicidio del vicepreside di una delle scuole in
gita il quale, sopravvissuto alla tragedia, non ce l'ha fatta a
sopportare il senso di colpa e ha deciso di suicidarsi a poca
distanza dal luogo dove sono ospitati i famigliari delle vittime, in
un disastro che fa temere che il bilancio finale dei morti possa
essere maggiore del peggior naufragio della storia della Corea del
Sud, avvenuto nel 1970 e nel quale morirono 323 persone.
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